

Vedere i ragazzi di una scuola superiore quasi pietrificati durante e alla fine della proiezione di Vento di primavera, come è accaduto oggi, dà ragione alla regista e alle sue scelte stilistiche, attraverso le quali ha voluto mettere gli spettatori al centro della scena, insieme ai protagonisti, perchè fossero coinvolti nella vicenda, dal di dentro. Ma soprattutto, vedere la loro attenzione, percepire l'importanza del loro silenzio, attento a cogliere la storia di Jo Weissman e di Nonò, dell'infermiera Monod e del Velodromo d'inverno, scorgere la loro commozione e partecipazione, dà senso e compimento alla nostra idea fissa: far incontrare i giovani e il cinema di qualità...