mercoledì 14 settembre 2011
27 Volte Cinema - stasera appuntamento imperdibile al Farnese
lunedì 12 settembre 2011
Undicesimo giorno - Venezia a Roma
sabato 10 settembre 2011
Nono e decimo giorno dal Lido - E Sokurov fu!!
Ieri, come detto, una incredibile concessione: sveglia alle 9!! E poi al Lido per assistere alla proiezione del film di Bellocchio Nel nome del padre, nella sua nuova versione 2011 in occasione del Leone d’oro alla carriera che è stato concesso al regista. Che dire? Un film bello tosto, molto corrosivo, molto duro, politico, molto chiaro nelle sue tesi, nella sua lotta, nell’affermazione delle posizioni. Contro la Chiesa, nel suo intendersi quale istituzione e le aberrazioni di certi ambienti. Contro il conformismo, la bigotteria, il tutto in uno stile fortemente connotato dall’epoca in cui il film è stato girato, e cioè il 1971, con il grottesco a farla da padrone. In questa nuova versione dovrebbe anche uscire nelle sale. Da vedere, con il senno di poi di cui disponiamo.
La giornata di ieri è poi proseguita con un pranzo-incontro con i colleghi della giuria. Non è stato facile comporre il nostro giudizio, ma alla fine abbiamo trovato il film che meglio rispondeva ai criteri di scelta che ci erano stati assegnati e alla nostra impressione personale. Abbiamo deciso di premiare O le Tulafale, il film samoano, perché in maniera molto delicata ha raccontato, avendo come sfondo un’ambientazione per noi “esotica”, una storia universale di amore, coraggio, morte, tradizioni, il tutto con uno scorrere lento e tranquillo delle immagini, ma non senza coinvolgimento.
E dopo uno spritz al Leon d’oro con Roberto, che avevo conosciuto lo scorso anno alla mostra, un Rossigni all’Excelsior per la chiusura dell’incontro Agiscuola, e poi un piadina party al Club Orizzonti e per finire la serata conclusiva di 27 volte cinema e dei Venice Days, con la proiezione, nello spazio dedicato alle Giornate degli autori, cioè la Pagoda, da quest’anno, del film Valdagno, Arizona, con concerto dei musicisti presenti nel film capeggiati da Umberto Marzotto. Insomma, di cocktail in cocktail, di film in film, con bella musica per finire, e il tutto in riva al mare!!
Oggi, abbandonati tutti i progetti turistici, giornata casalinga di relax, con puntata al Lido nel pomeriggio per recuperare uno dei film delle Giornate degli autori che mi avevano segnalato Donatella e Loredana come impedibile, e che tra l’altro ha vinto l’Europa Cinemas Label. Sto parlando di Presumè coupable. Ritmo serrato, ottenuto non solo grazie alle vicende ma anche al succedersi delle inquadrature, vicenda più che avvincente e che purtroppo è una storia vera, è un film di grande qualità, sia per forma che per contenuto, che mi auguro possa uscire presto in Italia.
A conclusione, mentre vi scrivo, sono già stati assegnati i premi ufficiale. Non so per gli altri premi, perché non ho visto tutti i film, e non posso giudicare, ma una cosa è certa: il leone d’oro, per una volta, è stato assegnato al film che lo meritava davvero, e cioè Faust di Sokurov. Come ho sentito dire da un ragazzo al bar qualche giorno fa, è come se ad un concorso di poesia partecipasse Dante. L’opera di Sokurov è talmente al di sopra di tutte le altre, che sarebbe stato scandaloso non vincesse. E per una volta, le cose sono andate come dovevano andare!
Bilancio? A livello organizzativo le cose sono notevolmente peggiorate, diciamo che anche la qualità generale dei film è stata forse un po’ al di sotto delle aspettative. La cosa che non mi delude mai, ma che non può essere attribuita come merito agli organizzatori, è la possibilità di incontro con le persone, che nel caso del Lido è agevolata dalla vicinanza dei luoghi, dal loro essere circoscritti ad una area non troppo estesa. Non posso non menzionare gli straordinari ragazzi che ci accoglievano ogni giorno alla Sala Perla, Morris, Surinder, Michele …Donatella e Loredana che ho conosciuto tramite loro. I miei colleghi giurati, Evelyn e Michael, e poi la bionda signora e il ragazzo di Torino che assomiglia ad Andrea con cui ho condiviso spesso la stessa fila, e gli incontri, anche rapidi e fugaci, con persone conosciute lo scorso anno o conoscenza romane, davanti ad uno spritz o a un cappuccino sulla spiaggia, Federico, Mario, Denise (anche se lo sprizt non siamo riuscite a prenderlo!! Ci rifaremo!), Gianni, Angela, la prof.ssa Della Fornace, Roberto, le due Emily di Europa Cinemas, e Fatima e Lucas, lo stesso Lorenzo e gli altri ragazzi di 27 volte cinema, così giovani e simpatici! Insomma, come lo scorso anno, fattore umano 10 e lode!!
Ma se la mia esperienza alla mostra e la mostra di Venezia finisce qua, una sua bella appendice ci attende la prossima settimana a Roma. Sto parlando deiVenice Days, e da martedì 13 vi aspettiamo numerosi al Cinema Farnese Persol per vedere ciò che avete perso non venendo a Venezia!! Mercoledì 14, in particolare, un trio formato dal grandissimo Gosetti, dalla sottoscritta e dal nostro inviato per 27 volte cinema, Lorenzo Conti , sarà presente in sala per raccontarvi anche di questa bella esperienza fatta da un gruppo di 27 giovani europei alle prese con gli autori e i loro film. Vi aspettiamo numerosi!
venerdì 9 settembre 2011
Ottavo giorno dal Lido (e non Ludo!) - L'Oiseau
Il secondo film della giornata di ieri è stato L’ultimo terrestre, di Pacinotti, meglio noto come GIPI. Il giudizio sul film è sospeso. Nel senso che mi è piaciuto tantissimo il ruolo del protagonista, sia per come è scritto che recitato, tanti spunti interessanti, anche risate e battute fulminanti, specialmente all’inizio, ma quello che è un po’ mancato è il ritmo. Comunque un’opera innovativa, che ci porta in modo stralunato e originale a parlare della diversità che ognuno di noi porta in se in quanto essere umano…o alieno!! Il confronto, la capacità di mettersi in ascolto, e soprattutto di pensare, accendere il cervello senza seguire il gregge, a occhi chiusi. Interessante, da vedere.
Nel pomeriggio, fuga dalle proiezione per l’incontro con l’amato Sokurov, che però era prostrato dalla fatica. Qualche foto ravvicinata il bottino dell’incontro.
In serata, altri due film di Orizzonti. L’attesissimo Kotoko di Shinya Tsukamoto, a quel che si dice un nuovo Kurosawa. Il film è fatto benissimo, e a quanto sembra rientra nello stile del regista, per cui i suoi sostenitori erano in delirio. Ma un’ora e mezzo di urla, vene tagliate con relativa inzuppata di sangue, forchette piantate sulle mani dei malcapitati ammiratori della protagonista Kotoko, che per concludere in bellezza tenta di strangolare il figlio, per me e i miei gusti vanno oltre quella che può essere giustificata come espressione artistica. Certo,ognuno ha la sua sensibilità, per me era troppo!! Il successivo film coerano è stato stroncato sul nascere, dopo 10 minuti…quindi, a domani!!
mercoledì 7 settembre 2011
Settimo giorno dal Lido - Sokurov il salvatore
Ho deciso di saltare la proiezione delle 11 per accettare l'invito delle due amiche conosciute ieri di pranzare insieme in un ristorante nella zona di Malamocco, sempre al Lido. Pranzo nel giardino, pitti tipici (quanto è buono il baccalà mantecato!) e tante belle risate con Donatella, Loredana, Surinder e e Morris!
Ma la sezione orizzonti mi aspettava al varco con la proiezione delle 1630...e direi di sorvolare sul film per passare a quella che ormai rappresenta l'arca di Noè di questo festival in balia delle onde riguardo alla qualità dei film. Sto parlando di Sokurov, e del suo Faust. E non è vero che la stanchezza può stravolgere completamente il giudizio su un film, come ipotizzava oggi Alberto riguardo la reazione dei giornalisti davanti al film della Comencini. Nonostante sia passata una settimana e siamo tutti un po' sconvolti per le levatacce, l'overdose di film, ect, questa sera, di fronte al capolavoro di Sokurov, di 2 ore e 15 minuti di lunghezza, che racconta il Faust di Goethe, con le difficoltà di testo e rappresnetazione che ne possono conseguire, nessuno si è sognato di fare alcuna ironia, ma un religioso silenzio di ammirazione ha accompagnato tutto il film. Affascinante la vicenda di questo dottore che “ha perduto il senso della vita (…) ed è un viandante che striscia tra le valli della vita”, imparando che sono tre le cose che legano gli uomini e le donne, cioè “ soldi, voluttà e coabitazione” pur essendo partito dalla convinzione che “l'amore non conosce nessun di deve”. Grande ritmo, battute fulminanti sparse qua e là: “è un pazzo? . No, è un russo”, “è sempre nervoso il vostro assistente. - Si, è un filosofo!”. La diabolica presenza sentenzia nel finale che l'uomo vuole volarre ma non sopporta la vertigine, mentre gli spettatori sono trascinati nella vertigine che il film, attraverso il meraviglioso taglio di luce scelto, la cura estrema di ogni singola inquadratua, le scene riprese con l'effetto ottico di una lente d'ingrandimento che rende dunque “obliquo” lo sguardo, le illuminazioni e la vivacità dei colori della scena del bosco e di Faust con Margarete, insomma, il saper fare grande cinema applicato ad un grande testo, riuscendo a catturare l'attenzione degli spettatori per più di due ore, è proprio solamente dei grandi, e non vi è alcun dubbio che Sokurov lo sia e continui ad esserlo. Di fronte a tali elaborazioni e produzioni, spesso mi sento piccola piccola e mi rendo conto di riuscire a percepire e penetrare forse solo parzialmente nell'abisso di cultura che viene spalancato. Si è forse capito qual è il mio film preferito, a cui avrei assegnato seduta stante il Leone d'oro?
Sesto giorno dal Lido - Would you have sex with an arab?
Ed è proprio quando le aspettative sono alte che si hanno le delusioni più grandi. Durante il film, come un’innamorata che non accetta di guardare in facci al realtà, cercavo di dirmi e di autoconvincermi che il film non mi stava piacendo perché ero stanca, provata dai giorni di festival, che era comunque lo stile asciutto e corposo di testo di Olmi. Ma scrivendo a mente fredda il giorno dopo, non posso non ammettere che il film non mi è piaciuto. Certo, ci sono centinaia di spunti di riflessione per quello che ho definito un Orto degli ulivi cinematografico, ma più che un film mi è sembrato si trattasse dell’illustrazione per immagini di una esegesi biblica.
Importanti e interessanti le riflessioni citate o messe in bocca ai vari personaggi, su testi di Ravasi e Claudio Magris, ma un testo è un testo e non basta a fare un buon film. La ricerca estetica finalizzata al simbolismo, che tanto mi piace e che ha trovato in passato espressioni mirabili, penso ad esempio ai film di Kieslowski, qui mi è sembrata artificiosa, troppo voluta e ricercata e troppo esibita. O meglio, esibita al punto di riuscirne a vedere tutte le intenzioni del regista anziché gli effetti. Comunque un film che può essere frutto di riflessioni e di discussioni. Forse da rivedere a festival terminato.
A seguire ho assistito alla conferenza stampa di Pippo Delbono. Un artista nel senso forse più puro e straniante del termine, che pensa al cinema come qualcosa che deve distruggere la regola, perché “altrimenti si diventa berlusconiani nello sguardo”. Un salto alla Sala Incontri Excelsior per l’incontro sugli Schermi di qualità e poi via di corsa verso la mia seconda casa, la Sala Perla, dove ho visto un corto del regista armeno Pelesjan e a seguire il film che Pietro Marcello ha girato su di lui, con lui, sulla sua vita, il suo cinema, i suoi maestri., Il silenzio di Pelesjan. Una lezione di storia del cinema, per colmare un vuoto di conoscenza. Molto interessante, spero di poter approfondire il discorso, confidando nella presenza alla proiezione di Enrico Grezzi, e del fatto che dunque ci farà vedere il cinema di questo autore nel suo fuori orario.
A seguire il film, anzi, documentario, che più mi è piaciuto della sezione Orizzonti finora, cioè Would you have sex with an Arab? di Yolande Zauberman. Un modo originale e in fondo semplice di parlare di Palestina e Issale e attraverso una domanda che corre alle orecchie dei giovani di Tel Aviv che vivono la notte. Nelle discoteche, per le strade, alle feste, una semplice domanda porta il discorso sulla situazione arabo-israeliana. Così come viene chiesto agli arabi, nel film, se farebbero sesso con un israeliano. Molto, molto interessante, ascoltare le risposte, vedere le reazioni, che sono anche legate al proprio essere uomo o donna, nel modo di escludere o meno che esista la possibilità. La politica entra o no nel letto? Le risposte negativa sono per la maggior parte date dalle donne, perché forse il loro modo di intendere il sesso è più cerebrale. Gli uomini si danno un tono, vantandosi quasi tutti di averlo fatto, perché in fondo è solo sesso e tutto il resto, per un notte non conta. Ma sarà vero? Da vedere.
E dopo la prima cena vera, seduta in ristorante a mangiare baccalà mantecato, è stata la volta di un film portoghese, Cisne. Un film stralunato, oserei dire, fondamentalmente sulle solitudini degli uomini contemporanei e sulle aberrazioni che raggiungono per colmare i propri vuoti. Abbastanza incoerente nel suo svolgersi, con eccessi un po’ da copione, nel tentativo di fare un film asciutto e molto cerebrale. Troppo, nel suo sforzo di esserlo.
Al quinto film della giornata, dopo le prime 10 scene in cui erano già morti di spada almeno 5 cavalieri cinesi in costume, mi sono rifiutata di proseguire, e la mia prematura uscita dalla sala ha fatto in modo che conoscessi due simpaticissime cinefile doc, Loredana e Donatella, amiche della maschera che ha ormai vinto il premio simpatia di tutto il festival, cioè Surenil (o qualcosa del genere, scusa, era troppo tardi ieri sera!!). Ma vi lascio, un’altra lunga giornata mi attende!!
Vi dico solo che questa mattina al film della Comencini ho fatto il pieno: seduta accanto alla De Tassisi e alla Di Gregorio, all’uscita ero davanti al mitico Caprara che parlava con Ornella Sgroi. Curiosi di sapere del film? Dovete attendere domani!! Anche perchè sto per entrare alla conferenza stampa , e spero di avere cose interessanti da riportare.
lunedì 5 settembre 2011
Quinto giorno dal Lido - Io sono Li
La mattinata è proseguita con Cavalli, un film italiano, preceduto dal corto “Prove per un naufragio della parola” di Elisabetta Sgarbi. Il corto mi è piaciuto tantissimo, d'altronde aveva tutti gli elementi: Fabrizio Gifuni e Sonia Bergamasco interpreti, le musiche di Battiato con una splendida Canzone dell'amore perduto sui titoli di coda...insomma, grande entusiamo.
E poi il baratro. Il film Cavalli. Mi dispiace dirlo, ma l'ho trovato orribile, davvero al di sotto di ogni minimo livello di accettabilità. Come lo ha definito il nostro Mario di Farnese CinemaLab, uno spaghetti “scotti” western, dove a bollire troppo e scuocersi sono state sia la sceneggiatura che la regia che tutto il resto. Non si capisce bene l'epoca, l'ambientazione geografica (si parla di un confine sulla montagna, ma se si tratta di Italia, come mai i protagonisti parlano tutti un mezzo romano?), siamo comunque nell'800 e uno dei protagonisti porta la sua fidanzata all'osteria come se fosse la cosa più naturale del mondo, per far parlare un padre e un figlio che non lo hanno mai fatto (e i padri dell'epoca non credo cambiassero in fin di vita)...quattro cavalli uccisi, tutte le disgrazie possibili a catena, o con quelle che in gergo si chiamano le telefonate (cioè eventi che si concatenano, si rimandano l'un l'altro per reggere una storia che non c'è!). Tutto talmente e banalmente prevedibile che avremmo potuto fare scommesse in sala. E poi un padre morente che poi si rimette in piedi per morire poco dopo, un rancore covato che si scatena solo in seguito ad un incontro casuale....e potrei continuare per ore per distruggere pezzetto per pezzetto l'impianto narrativo, che non regge. A mezz'ora dalla fine quasi tutto il pubblico dietro di me pregava perchè lo strazio finisse. Da perdere.
Il pomeriggio ha avuto invece una svolta poetica. Io sono Li è il nuovo film di Andrea Segre. Mi è piaciuto molto, una bella storia che racconta dell'incontro di due mondi, quello di un gruppo di pescatori di Chioggia, e quello di Shung Li, una ragazza cinese che lavora in un bar. L'assidua frequentazione del bar da parte del gruppo di pescatori porta Shung Li a familiarizzare soprattutto con uno di essi, Bepi, il poeta, perchè è forse quello più disposto a scroprire il mondo che Shung Li porta dentro di sé. Un rapporto delicato, pieno di tenerezza, di poesia, che però viene interrotto dalla brusca realtà in cui si trova la ragazza, costretta a sottostare alle regole dettate dai suoi padroni, che non vogliono familiarità con gli italiani. Il rapporto viene troncato bruscamente, così come forse lo è il film, nel senso che la svolta finale è forse affrettata e non ben delineata come avrebbe dovuto. Ma è piccola pecca di fronte alla bella interpretazione della protagonista, e alla delicatezza e dolcezza di un film che però sa anche parlare della contemporaneità e dei suoi problemi più scottanti.
Dopo una breve pausa e una bella chiacchierata con Giuliana, del mitico cinema Edera di Treviso, mi sono tuffata in una nuova proiezione, Amore Carne, di Pippo Delbono. Un film speciale, sicuramente non convenzionale, ma un viaggio attraverso la vita, la morte, i percorsi dell'una e dell'altra, i percorsi dell'arte, le chiacchierate, gli alberghi, la madre, un parabrezza che apre il campo alla strada da percorrere, il tutto con la voce di quello straordinario attore e rgeista che è Delbono. Circondato dalla sua compagnia, che è un mondo, sottolineato da splendide musiche che danno l'idea del montaggio, è un film, un documentario, un'autointervista, un diario, insomma un viaggio da percorrere con un artista e il suo e nostro mondo. Intenso, bello, ma per palati fini. Astenersi perditempo o aficionados film commerciali.
A domani!!
Quarto giorno dal Lido - Scommettiamo sul Dark Horse
domenica 4 settembre 2011
Terzo giorno dal Lido - Toutes nos envies
La giornata di sabato è stata ricca. Si è aperta alle 9 con il film di Cronenberg, A dangerous method. Un film fatto bene, belle scene, belle inquadrature, bravi gli attori, ma che ti lascia alquanto indifferente. Così è successo a me, ma a quanto ho potuto sentire dai commenti, unanime la delusione di un tocco in più che è sembrato mancare. Diciamo che si lascia guardare vista la presenza di Fassbendere e Viggo! Dopo un'ora di fila in biglietteria per prendere il fantomatico coupon gratutio della proiezione di mezzanotte, eccomi proiettata in Thailanda, con il film Lung Neaw Visits His Neighbours Ho pensato a tutti i miei amici che mi prendono in giro per i film particolari che di solito vedo. Dopo 20 minuti in cui il nostro protagonista raccoglieva fili d'erba dentro uno stagno, senza parlare, e un successivo barbecue con arrosto di serpente, il mio stomaco si è rifiutato di andare oltre. Ma il risvolto positivo di questa prematura uscita dalla sala è stato il poter assistere alla conferenza stampa del film di Sodebergh e soprattutto della Satrapi. Perchè il protagonista del film Pollo alle prugne non è altri che il mio tanto adorato Matthieu Amalric e me lo sono trovato davanti, bello come il sole (lo so, lo so, non è bello ma la sua bravura e intelligenza sono tali che ai miei occhi è più bello di Brad Pitt, e sicuramente molto ma molto più affascinante!!), e con quella vivacità nello sguardo che non riesce a lasciarmi indifferente. L'ho fotografato, registrato con il telefonino mentre parlava, e alla fine gli ho stretto la mano e avuto il suo autografo. Più di così!! Quindi, felice come una Pasqua, dopo un veloce pranzo (la cosa va rimarcata perchè qui manca anche il tempo di ricordarsi di mangiare!) mi sono apprestata a fare l'ennesima fila per assistere a quello che reputo uno dei film più belli visti finora. Sto parlando di Toutes nos envies, tutti i nostri desideri, il nuovo film di Philippe Lloiret. Cosa dire? Drammatico ma mai pietistico, con una sala allo stremo delle lacrime ma senza essere lacrimevole, intenso, profondo, commovente, vero, un film che, come ha giustamente detto una spettatrice, rivolgendo una domanda al regista nel dibattito post film, ha un ingrediente in più come un po' tutti i film di Lloiret. Vi riporto alcune parole del regista (ascoltate con le mie orecchie!): “ Il cinema è la vita e la vita è fatta di incontri. Ma intorno a questi incontri c'è la situazione sociale e quella del debito è una realtà di oggi.(...) L'ingrediente segreto è forse l'energia, una questione di energia, ed è il mio istinto quello di cercare di tira fuori l'energia di e con gli attori. Le scene di questo film sono al chiuso, in casa, in macchina, in ospedale, ma un viso può essere tanto significativo quanto un panorama.(...) Ho la certezza di raccontare una storia in cui credo.” Un commosso Boris Sollazzo ha poi sottolineato quanto belle siano le immagini di sport inserite nel film. Insomma, si è aggiunto a tutti gli altri il desiderio di vedere questo film?
Dopo un breve pit-stop per una doccia, e un incontro da film con un Filippo Timi che correva alla disperata e il mio istinto di chiamarlo a gran voce per nome, facendo in modo che girasse la testa pur continuando a correre in altre direzione, ecco altre due proiezioni in serata. The orator, la storia di una famiglia samoana e le difficoltà di far ascoltare la propria voce da parte del protagonista, visto il suo essere un nano. Una storia di perdono, di amore, di tradizioni, di coraggio. Intenso, un po' troppo lungo, ma molto interessante e di grande tenerezza.
Per concludere il film di James Franco, SAL, sulla tragica fine dell'attore Sal Mineo. Un bel film, molto interessante, con una grande prova d'attore, che ha la sola pecca di essere un po' troppo insistito in alcuni punti, e quindi troppo lungo (forse anche la stanchezza e l'orario hanno contribuito a questa sensazione). Mi è piaciuta la capacità di rappresentare le diverse sfaccettature dell'uomo, del personaggio. Una bella regia, bravo James! Ora vi lascio perchè la sveglia è implacabile domani mattina, ma considerate lo sfasamento con cui vi scrivo come un fuso orario...al lido le ore corrono davvero in modo diverso dal resto del mondo!
venerdì 2 settembre 2011
Secondo giorno dal Lido - Scialla!
giovedì 1 settembre 2011
Primo giorno dalla laguna - Carnage over the top!
Come promesso, vi scrivo dalla laguna, nel momento in cui un giorno, il primo giorno della mia presenza alla Mostra del Cinema, sta per terminare, per dirla alla Marzullo! Oggi sono stata tempestata di telefonate, sms, e-mail, di persone, anche insospettabili, che mi chiedevano:”Hai visto George (Clooney, per chi non fosse di questo pianeta!,ndr)? Hai visto Madonna?”. No, non li ho visti, e devo essere sincera non li ho neanche cercati...ma se incontrerò qualche più o meno VIP, state certi che ve ne darò conto. Ma passiamo alla sostanza, cioè al bottino di questo primo giorno. Due film fuori concorso, uno della sezione orizzonti e uno in concorso.
Dopo aver ritirato l'accredito, ho incontrato per caso (qui al Lido è la norma, oggi sembrava fossi tornata a casa, tanti gli incontri!) due amiche di Roma, e mi sono accodata per vedere insieme a loro il film di Madonna, W.E. Sono contenta di averlo visto solo per poter dire la mia senza essere tacciata di snobismo, di pregiudizio. Il film l'ho trovato molto noioso. La trama non esiste, o meglio, quel poco che esiste è intuibile, in tutti I suoi dettagli, fin dai primi momenti. Tutti i raccordi tra le storie, quella presente e quella passata, sono banali, scontati, talmente vistosi e ridondanti da diventare quasi fastidiosi. Le immagini sono belle, ma la domanda di fondo è: sarà mai andata Madonna sul set? Quello è un film che è stato fatto fondamentalmente dal direttore della fotografia, o che poteva comunque essere fatto semplicemente dagli operatori. Tutto molto glamour, case bellissime, anche la casa di quello che doveva essere il povero di turno, lo sfigato, è bella come non mai, con pianoforte a coda, quadri alle pareti con pietre a vista, libri di poesia disseminati ovunque, ed ovviamente lo sfigato di turno è un uomo affascinante, sensuale, che ha una storia lacrimevole alle spalle essendo un intellettuale russo emigrato negli Stati Uniti e ridotto a fare il sorvegliante. Da Sotheby, si intende, mica un lavoro qualsiasi!! Non è riuscito a coinvolgermi, l'ho trovato noioso, con l'intento di utilizzare, ma senza pregio e originalità, lo stile estetizzante di un film come A single man, di Tom Ford, tanto che infatti la colonna sonora è stata scritta dallo stesso compositore dell'altro film.
Il secondo film che ho visto è stato Scossa. Un film ad espisodi, quattro per la precisione, Maselli, Lizzani, Russo e Gregoretti. Un film serio, sul terremoto di Messina del 1898, ma più in generale sui mali che affliggono l'Italia da 150 anni, cioè da quando esiste. Un film non facile, in cui però spiccano alcune perle. Intanto mi è piaciuta molto la trovata di Gregoretti di raccontare la storia a mo' di reportage fatto da un attore, Paolo Briguglia, che impersona il cronista dell'epoca. Bellissimo il finale, da vedere. Ma l'episodio che ha riscosso maggior successo tra il pubblico in sala è il quarto, quello di Russo, in cui viene narrata l'Italia che dal 1898 ad oggi trova sempre un motivo per inneggiare ad una vittoria, quale che sia, con tanto di bandiera e banda al seguito, mentre intorno tante sarebbero le sconfitte quotidiane su cui versare lacrime. Il tutto raccontato con grande ironia e leggerezza, che lasciano però il peso di un'amara riflessione.
Il terzo film appartiene alla categoria che sarà oggetto del mio giudizio, cioè alla sezione Orizzonti, e si tratta di Photographic Memory. Un padre regista, con l'ossessione, direi io, di riprendere la vita dei propri figli, è alle prese con i problemi del figlio adolescente. Per capire il figlio si interroga sul proprio passato di giovane e di adolescente e ci propina un viaggio a ritroso sui luoghi che lo hanno visto tale. Pretestuoso, noioso, anche spiacevole anche per la messa in mostra, esagerata per alcune cose, parziale per altre, del proprio privato.
The last but not the least. Il miglior film della giornata (ma non solo, ne sono certa!). 79 minuti di puro godimento cinematografico. Sto parlando del film di Polanski, Carnage. Grande su tutta la linea, testi, sceneggiatura, recitazione, regia....risate, più o meno amare, in cui ci si confronta con gli stereotipi ma anche le verità sugli uomini, sulle donne, sulle coppie, sul matrimonio, i figli, la società civile, etc..Spettacolare la prova di Waltz, ma grandiosi anche gli altri, è un film da non perdere, specialmente se siete sposati...guardare per credere!! E uscendo ripetevamo le battute migliori, ridendone ancora di cuore!! Caldamente consigliato!! Per oggi può bastare, domani mattina colazione con il film di Cronenberg alle ore 9!