venerdì 9 settembre 2011

Ottavo giorno dal Lido (e non Ludo!) - L'Oiseau

L’ottavo giorno al Lido ha visto come apertura della mattinata il film francese L’Oiseau. Dopo giorni e giorni alla ricerca di un film della sezione Orizzonti che potesse piacermi, ecco che l’ho trovato. Un film delicato, silente, che segue e ci racconta il percorso di una donna che torna alla vita dopo una fase di pura e semplice sopravvivenza. I motivi si capiscono durante il corso dell’opera, ma la cosa più bella è il fatto che tutto viene solo accennato, lasciato intuire, senza didascalie eccessive, senza eccessive spiegazioni. Ed è dolce e coinvolgente osservarla mentre torna a vivere quando arriva la necessità di prendersi cura di un altro essere. Un piccolo uccellino, in questo caso, che però ha la forza di riportare la protagonista alla vita, con il bene e il male che questa porta con se. Qualche difetto nella regia, ma stiamo parlando di nuove leve, e pertanto ci sono i margini di miglioramento,Purtroppo uno dei colleghi giurati non condivide il mio stesso entusiasmo, quindi, vedremo!

Il secondo film della giornata di ieri è stato L’ultimo terrestre, di Pacinotti, meglio noto come GIPI. Il giudizio sul film è sospeso. Nel senso che mi è piaciuto tantissimo il ruolo del protagonista, sia per come è scritto che recitato, tanti spunti interessanti, anche risate e battute fulminanti, specialmente all’inizio, ma quello che è un po’ mancato è il ritmo. Comunque un’opera innovativa, che ci porta in modo stralunato e originale a parlare della diversità che ognuno di noi porta in se in quanto essere umano…o alieno!! Il confronto, la capacità di mettersi in ascolto, e soprattutto di pensare, accendere il cervello senza seguire il gregge, a occhi chiusi. Interessante, da vedere.

Nel pomeriggio, fuga dalle proiezione per l’incontro con l’amato Sokurov, che però era prostrato dalla fatica. Qualche foto ravvicinata il bottino dell’incontro.

In serata, altri due film di Orizzonti. L’attesissimo Kotoko di Shinya Tsukamoto, a quel che si dice un nuovo Kurosawa. Il film è fatto benissimo, e a quanto sembra rientra nello stile del regista, per cui i suoi sostenitori erano in delirio. Ma un’ora e mezzo di urla, vene tagliate con relativa inzuppata di sangue, forchette piantate sulle mani dei malcapitati ammiratori della protagonista Kotoko, che per concludere in bellezza tenta di strangolare il figlio, per me e i miei gusti vanno oltre quella che può essere giustificata come espressione artistica. Certo,ognuno ha la sua sensibilità, per me era troppo!! Il successivo film coerano è stato stroncato sul nascere, dopo 10 minuti…quindi, a domani!!

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