Innanzitutto, non posso non commentare l'ultimo film visto sabato mattina (una settimana fa...sob!) nella Sala Lumiere. Ho chiuso in bellezza il mio festival con la proiezione di Les sources des femmes, di Radu Mihaileanu. Credo che il problema maggiore del film, dopo Train de vie e Il concerto, sia il fatto che ci aspetti sempre il grande film, ma soprattutto l'ironia, da questo autore. In questo caso l'ironia non c'è, anzi, le questioni affrontate sono piuttosto serie ed impegantive, e di grande attualità, visto quello che succede sull'altra sponda del mediterraneo. Le donne, i loro diritti, l'islam. Il tutto raccontato attraverso un episodio che accade in un villaggio del Maghreb. Dove si va sul mulo, ma si appende il telefonino perchè non c'è campo, dove non c'è l'acqua, ma ci si raduna per vedere una telenovelas messicana. Un film forse un pò didascalico, ma che ha comunque una sua bellezza (e specialmente nei suo protagonisti!), che si segue con un certo coinvolgimento, che non sarà ricordato come capolavoro, ma che ci racconta di donne costrette ad usare l'unica arma a loro disposizione per scuotere i mariti, e gli uomini, in generale, a cui è deputata l'autorità. D'altronde, Celentano lo aveva cantato anni fa:chi non lavora, non fa l'amore!!
Alla fine della proiezione, fischi e applausi, e poi via verso il giro turistico di Cannes, con tanto di trenino, photo stop nel punto panoramico e poi un po' di shopping. Il rientro a casa è stato traumatico....avete presente le crisi di pianto della pubblicità di Costa Crociere? Unica consolazione: viaggiare sullo stesso aereo con Peppuccio Tornatore!
È passata una settimana, conosciamo i vincitori, ma sinceramente non me la sento di commentare i premi perchè non ho visto tutti i film del concorso. Certo, il giudizio mi è apparso più coerente e più condivisibile di quello che si era avuto a Venezia. Ma avendo avuto, durante questo festival, anch'io la mia esperienza di giurata, posso dire la mia su come sia difficile giudicare, a livello personale, e di quanto possano essere diverse le sensazioni, le impressioni, i giudizi davanti allo stesso film, e di come a volte, dovendo combinare le opinioni di tutti, i risultati possano essere sorprendenti. Nel caso della mia giuria, alla fine ha vinto davvero il film che è piaciuto maggiormente a tutti, potremmo dire che è piaciuto all'unanimità, e che rispondeva ai criteri di qualità sotto tutti i punti di vista, dai contenuti alla scelta di come raccontarli attraverso le immagini. Ma comunque, pur avendo detto ciò, c'erano le remore, da parte di una delle giurate, ad esempio, sulla reale possibilità di diffusione sul mercato. E pertanto, pur essendole piaciuto molto, sia da un punto di vista formale che contenutistico, ha rimesso in discussione quanto avevamo detto già da un'ora (ed era l'ultima riunione!), tenendoci in sospeso fino alla fine. Così è accaduto che ad un certo punto, come seconda scelta, avevamo un film che due di noi odiavano e due amavano...e vi posso assicurare che comporre il tutto ha richiesto tanta pazienza! Ma alla fine ha vinto davvero il migliore, cioè Atmen di Karl Markovics.
Mi sono resa conto di quanto la diversa cultura di provenienza possa influire nella valutazione di un film, ovviamente di quanto conti il proprio bagaglio di esperienze, ma anche il carattere, perchè c'è chi sa imporre maggiormente la propria opinione, o almeno la comunica in maniera più netta (e non nego di essere tra questi....come dice il mio amico Claudio, sono perentoria!), chi ha un approccio più morbido, chi ama paragonare i film ai precedenti dello stesso autore, e chi ai precedenti illustri della storia del cinema. Insomma, di fronte ad un film, davvero ce n'è per tutti. Per gli ottimisti e quelli che vedono nero, per chi crede in Dio e per chi è ateo, per chi ama la tragedia e chi ama ridere, chi butta in politica qualsiasi cosa e chi vive non si lascia scalfire da nulla, chi si sofferma sulla storia e chi sulle immagini, chi cerca di comporre i vari aspetti...e chi non ci riesce! Ancora una volta una grande, ricca esperienza, in cui ho fatto anche la conoscenza, più da vicino, della parte commerciale/industriale del mondo del cinema. Perchè al di là del red carpet, dell'estetica e del percorso artistico dei registi, a Cannes entri in contatto con il "Marchè du film": si, avete capito bene, il mercato. Dove, come in ogni mercato, si vende, si compra, ci si propone e si cerca. E dove l'aspetto commerciale è importante, se e quando riesce a far in modo che si possa venire a contatto con delle opere d'arte, come sono alcuni dei film che si incontrano in un festival. Vi ho abbondantemente inondato con le mie "recensioni" sui film visti, nei miei resoconti gionalieri. Ora non resta che aspettare che questi film escano in Italia, così potremo confrontarci e vedere se la pensiamo nello stesso modo. Oppure no. E forse il bello sta proprio qui! Elena Mascioli per Farnese CinemaLab