Ci siamo, oggi è l'ultimo giorno della mia permanenza a Cannes...anche perchè il festival finisce e non possono proprio trovarmi alloggio dentro il Palais du festival!!
La giornata di ieri si è aperta con l'attesissimo nuovo film di Sorrentino, con Sen Penn nell parte di Cheyenne, con tanto di trucco e parrucco, come già visto nelle immagini che circolvano ormai da mesi. Cosa dirvi del film? Fatto molto bene, Sorrentino style, a mio parere si compone di due parti...e la seconda funziona meglio. La prima parte sembra una sorta di introduzione a questo bizzarro personaggio, Penn-Cheyenne, e serve per abituarci ad una camminata quasi zoppicante tanto lenta e a piccoli passetti strascinati, ad un parlare lento e con vocina tremulo-stridula, insomma per entrare, con un po' di fatica, nel mondo quotidiano di questa rockstar.
Forse un po' invadente la musica, ma fa parte della storia, del personaggio.Da un certo punto in poi, quando la nostra star parte per il suo viaggio alla ricerca di sè (a 50 anni suonati....meglio tardi che mai, ma come dice lo stesso Cheyenne nel film,"non è vero...tardi è tardi!!") mi sembra che ci sia uno scatto, un balzo che ti porta a seguire la vicenda con interesse, a perderti, come fa il regista, negli splendidi panorami di quest'America dove Cheyenne fa la sua ricerca. E allora il viaggio, fuori e dentro di se, le belle immagini, gli incontri...ed una valigia sempre dietro, quasi un fardello, da portare, sopportare, trascinare, il trucco, la maschera di sè, l'arrivo, lo svelamento, la "vendetta" per un padre che non c'è più...fino alla catarsi finale, una sigaretta a sigillare l'ingresso nella vita adulta, e la caduta della maschera: a rivelare il bellissimo volto sorridente dell'uomo che si celava nel bimbo 50enne di nome Cheyenne.
Subito dopo riunione con i colleghi della giuria per decidere il vincitore....che fatica!! Mettere insieme tutte le opinioni, le considerazioni....ma alla fine, davanti ad uno splendido filetto di spigola al ristorante del Gray d'Albion, tutti ci siamo trovati d'accordo nel riconoscere la superiorità del film che abbiamo proclamato vincitore (ovviamente nell'ambito della sezione a noi assegnata, cioè i film europei della Quinzaine): Atmen, di Karl Markovics. Opera prima da regista, conosciuto come protagonista del film Il falsario, Oscar miglior film straniero qualche anno fa, sono stata più che felice di consegnargli l'Europa Cinemas Label. E smessi i panni della giuria, una bella serata di festa conclusiva sulla spiaggia riservata della Quinzaine. Sorseggiare del vino bianco, seduti in riva al mare, in una bella notte di maggio, a Cannes, con una band che suona dal vivo, alle tue spalle,e tu che chicchieri amabilmente guardando le luci del porto, degli yacht....riuscirò a rientrare nei panni della mia vita "normale"??
Vi sto scrivendo dalla Sala Lumiere e sono le 0823 del mattino (fati i conti, tra l'ora in cui presumibilmente sono andata a dormire dopo la festa, e quella in cui mi sono dovuta svegliare per essere qui, già da un'ora!). Sono in attesa di vedere l'ultimo film del mio festival, cioè il nuovo di Radu Mihaileanu, quello di Train de vie e Il concerto, per intenderci.
Non vi preoccupate, arriverà puntuale resoconto, ma per ora vi lascio. Da Cannes è tutto per il momento, buon sabato! Elena Mascioli per Farnese CinemaLab
Nessun commento:
Posta un commento